2023

Roma, 22 aprile 2023 UDIENZA CON PAPA FRANCESCO e consegna dell'opera "LA PIETÁ" di Salvatore Gio Gagliano in occasione del ringraziamento per la Beatificazione Di Armida Barelli

Roma, 22 aprile 2023

UDIENZA CON PAPA FRANCESCO e consegna dell’opera “LA PIETÁ” di Salvatore Gio Gagliano in occasione del ringraziamento per la Beatificazione Di Armida Barelli

FAMILY

FAMILY
L’articolo 29 della Costituzione italiana recita:
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”.
La scelta di Salvatore Giò Gagliano per descrivere – o meglio, per raccontare – la famiglia è di orientarsi invece sull’ambiente lavorativo, e lo fa per immagini.
Le sue fotografie presentano una inedita famiglia, fatta di colleghi e di ospiti della realtà in cui lavora come educatore (Anffas onlus Vercelli ); in quella realtà lui ha trovato affetti e amori – “mi sono innamorato” è espressione che usa con delicate sincerità e naturalezza, a definire così anche un’altra dimensione possibile del sentimento -, ha attraversato tensioni e distensioni, incontri e distacchi, e l’esperienza professionale ha osservato poi da artista per, nel suo divenire, fissarne istanti.
In Structures and functions of the family, l’antropologo George Peter Murdock scrive che si intende con famiglia “un gruppo sociale caratterizzato da residenza comune, cooperazione economica e riproduzione. Comprende adulti di entrambi i sessi, di cui almeno due mantengono una relazione sessuale socialmente approvata, e uno o più figli (biologici o adottati) degli adulti sessualmente conviventi”.
Chiediamoci: quante famiglie che si adattano perfettamente all’articolo 29 della Costituzione e alla definizione di Murdock conosciamo noi, oggi?
Franco PISTONO per Salvatore Giò GAGLIANO

 

NOTE LEGALI
Tutte le immagini riferite ai soggetti incluse alle opere sono oggetto di specifica liberatoria alla diffusione rilasciata dal soggetto medesimo o, qualora interdetto, da chi ne esercita la tutela.

CHANGE OVER KISS

Con il progetto “Change Over” l’artista Salvatore Giò Gagliano ci ha trasportato in una dimensione cangiante che ci ha permesso, tramite i giochi di luce colorata, di esplorare le varie sfaccettature delle persone coinvolte, con delicatezza ed eleganza, ma anche con la forza che ci spinge a renderci conto che questa è la realtà, in continuo cambiamento come noi stessi, e che dobbiamo sapere accoglierla.
Con “Change Over Kiss”, sempre attraverso giochi di luce di diversi colori, Giò ci porta a compiere un passo ulteriore, che ci fa prendere coscienza delle varie sfumature dell’amore e dell’affetto. 
Come ogni forma di amore ed ogni rapporto sono diversi l’uno dall’altro, infatti, così il cambiamento dei colori ci conduce attraverso l’evoluzione di noi stessi all’interno dei rapporti, ma anche all’evoluzione dei rapporti stessi, che con il tempo diventano più intensi, cambiano, si dissolvono o tornano più forti di prima. Allo stesso modo, variano in continuazione i colori che illuminano il viso delle coppie coinvolte nel progetto. 
L’amore ci cambia, ci spinge a lavorare su noi stessi, a diventare persone migliori, così come noi cambiamo il nostro amore con il trascorrere tempo o cambiamo i nostri baci, come emblema delle più intime dimostrazioni di affetto, a seconda della persona, del luogo, del momento, del tipo di relazione.
L’avvicendarsi delle sfumature sui volti vuole portarci proprio a riflettere su una più profonda esplorazione del cambiamento che l’amore opera silenziosamente sulla nostra anima, mentre allo stesso tempo noi cambiamo noi stessi, in nome dell’Amore, per trovare dei compromessi con le persone che amiamo.
Giulia BODO per Salvatore Giò GAGLIANO

 

NOTE LEGALI
Tutte le immagini riferite ai soggetti incluse alle opere sono oggetto di specifica liberatoria alla diffusione rilasciata dal soggetto medesimo o, qualora interdetto, da chi ne esercita la tutela.

ALEXANDER

 

NOTE LEGALI
Tutte le immagini riferite ai soggetti incluse alle opere sono oggetto di specifica liberatoria alla diffusione rilasciata dal soggetto medesimo o, qualora interdetto, da chi ne esercita la tutela.

IL PESO DELLA LEGGEREZZA

IL PESO DELLA LEGGEREZZA
Il modo di dire “vù cumprà” è in realtà un epiteto offensivo, usato impropriamente come sinonimo di venditore abusivo africano.
Chi di noi ha utilizzato questa espressione con leggerezza non si è reso probabilmente conto che si tratta di un termine che racchiude un significato discriminatorio e razzista, e questo è grave, perché “il linguaggio può essere un’arma pesantissima”.
Quando si interagisce con questi venditori, le risposte possono spaziare dal “no grazie” allo “sparisci”, per i meno educati. Ma chi sono i cosiddetti “vù cumprà” e cosa c’è dietro queste persone che abbiamo imparato ad ignorare?
Sono uomini e donne che si spaccano la schiena tutti i sacrosanti giorni sotto il peso di mezzo quintale di indumenti, souvenir di vario genere o, come nella mia foto, di gonfiabili.
Percorrono in lungo e in largo la spiaggia dalla mattina alla sera, non importa se la lancetta del mercurio sfiora i 40 gradi, o se per rispetto del ramadan non possono neanche inumidirsi le labbra con un sorso d’acqua, dall’alba al tramonto.
I venditori abusivi per intere giornate di lavoro guadagnano pochi euro, che vanno dai 5 ai 20 circa, ma ci possono essere anche giornate in cui non riescono a vendere niente.
È un sistema difficile da indagare, trattandosi di transazioni illecite e spesso di immigrati irregolari. Alcuni di loro affermano di svolgere questo tipo di attività per conto proprio ma gli investigatori delle forze di polizia hanno portato alla luce alle loro spalle l’esistenza di racket gestiti da organizzazioni di stampo mafioso.
Molti venditori abusivi sono quindi l’ultimo anello della catena di un sistema che approfitta delle loro difficoltà economiche, della loro posizione irregolare e della totale mancanza di tutele nei loro confronti.
Salvatore Giò GAGLIANO

LADRI D'ANIME

LADRI D’ANIME
Tutto nasce con la passione, i corpi si incontrano e la relazione inizia.
Ci si fida e si affida all’altro.
Il rapporto comincia a prendere nuove pieghe, le ombre prevalgono al rapporto candido.
Controllo, privazioni, influenza, punizioni fino all’aggressioni.
6 milioni 788 mila ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.
Nel 2022 in Italia si sono registrati 319 omicidi di cui 125 con vittime di sesso femminile (circa il 39%).
Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici.
Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici.
Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. 
Salvatore Giò Gagliano

IMPRESSIONI / RIFLESSIONI

IMPRESSIONI / RIFLESSIONI
A cosa pensi quando vedi una barca?
Forse a un bel giro in mare, alle onde, ai pesci, all’estate e all’abbronzatura?
La barca, nell’immaginario comune occidentale, è un mezzo di trasporto che ci permette di vivere avventure al di fuori della nostra quotidianità, che ci fa assaporare quella sensazione di libertà che solo il mare aperto e l’alta montagna riescono a trasmetterci.
E se la barca fosse invece l’unica via di salvezza per fuggire da un mondo che non riesci più a sopportare?
Alla prima impressione subentra la riflessione indotta da un cambio drastico di prospettiva: il Mediterraneo si è trasformato, soprattutto nell’ultimo decennio, nel più grande cimitero a cielo aperto del mondo. Più di ventiseimila persone hanno perso la vita dal 2014 ad oggi, tentando un viaggio disperato.
Ventiseimila.
Chi andrebbe incontro ad un pericolo simile, rischiando tutto a bordo di una bagnarola?
Solo chi non ha più niente da perdere. Vite senza speranza e che vorrebbero regalarne una ai propri figli, giovani in cerca di un futuro che “a casa loro” gli viene negato, anime perseguitate in Paesi dove non esiste la libertà di culto, di espressione, di parola, di associazione. Esseri umani alla deriva, che chiedono alla vita solo un’altra possibilità di essere felici. Perché, se ci soffermiamo a riflettere, nessuno di noi ha meritato di nascere dalla parte “giusta” del mare.Cerchiamo allora di ricordare più spesso la nostra sfacciata fortuna, proviamo a restituirneun po’ al mondo che ci circonda. Come? Ad esempio schierandoci dalla parte di chiqueste vite in mare prova a salvarle, anziché dalla parte di chi è così stolto da pensare che si possa chiudere il mare.
Giulia BODO per Salvatore Giò GAGLIANO